Quelli di basaglia... a 180 gradi

Il racconto di chi prende parte, di chi prende le parti, di chi tocca la terra, bagna le rose e cambia le cose.

noi siamo gli errori

CHE PERMETTONO LA VOSTRA INTELLIGENZA

Produzione Ghirigori | Regia Erika Rossi

La libertà è terapeutica

Tournée in Colombia

PROGETTO DI COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO E RELAZIONI INTERNAZIONALI

Oltre il muro

Il nuovo singolo disponibile su tutte le piattaforme

Prossimi Eventi

17nov18:30Quelli di Basaglia… a 180 gradi | LUBIANAspettacolo teatrale18:30(GMT+00:00) Španski borci, Zaloška cesta 61, 1110

FILM DOCUMENTARIO DI ERIKA ROSSI

NOI SIAMO GLI ERRORI CHE PERMETTONO LA VOSTRA INTELLIGENZA

Produzione Ghirigori

In coproduzione con Accademia della Follia Claudio Misculin
Con il supporto di Fondo Audiovisivo Friuli-Venezia Giulia, Film Commision Fvg, Regione FVG

Regia Erika Rossi

Scritto da Erika Rossi
Montaggio Beppe Leonetti
Produttori esecutivi Cinzia Quintiliani Erika Rossi

Durata 70 minuti

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Nel 2024 ricorre il centenario della nascita di Franco Basaglia, l’uomo che aprì le porte del manicomio, che smontò pezzo a pezzo l’apparato istituzionale e dimostrò che si può assistere e curare la persona folle in altri modi. Il 13 maggio 1978 la sua impresa diventa la Legge 180. Da quel momento possiamo vivere in un paese senza manicomi.

Il 13 maggio 1978 l’impresa del dottor Franco Basaglia diventa la Legge 180. Da quel momento possiamo vivere in un paese senza manicomi.

SINTESI DEL PERCORSO DI DEISTITUZIONALIZZAZIONE PSICHIATRICA IN ITALIA

  • 16 novembre del 1961: Franco Basaglia, giovane psichiatra di 37 anni, arriva a Gorizia come nuovo direttore dell’Ospedale Psichiatrico. A Gorizia ci sono 650 internati, nei manicomi italiani centomila. Qui Basaglia effettua il passaggio da quella che lui chiama psichiatria astratta e accademica alla psichiatria pratica. Toglie progressivamente tutti i mezzi di contenzione, l’elettroshock e le terapie violente, apre le porte dei reparti, convoca assemblee con medici, infermieri, internati. Realizza una comunità terapeutica in ogni reparto sul modello di Maxwell Jones in Inghilterra. Ma non basta.
  • A Gorizia tra il 1961 e il 1969 elabora le basi della sua riflessione sulla condizione del paziente psichiatrico e il ruolo dell’istituzione ospedaliera nel cercare di curarlo. Da quel momento comincia la stagione di rivoluzione sociale, culturale e medica per cui l’Italia nel 1978, grazie alla legge 180, “chiude” i manicomi e riforma il sistema di cura per il disagio mentale.

Comincia così una storia che continua ancora oggi.

  • Nel 1969 Basaglia lascia Gorizia a causa dell’opposizione ostinata al suo progetto e va a dirigere l’Ospedale Psichiatrico di Colorno (Parma) ma, anche qui, incontra molte difficoltà.
  • Nel 1971 Franco Basaglia viene chiamato a dirigere, in totale libertà, l’Ospedale Psichiatrico di Trieste, dove sono internate 1200 persone. Succede allora qualcosa di impensabile e forse di irripetibile. Comincia la straordinaria trasformazione del grande Ospedale Psichiatrico da manicomio degradante e degradato a “scuola di libertà”. Basaglia raccoglie un gruppo sempre più ampio di giovani collaboratori e avvia la destrutturazione di una istituzione totalitaria, violenta, carceraria e ferocemente escludente. Via via le condizioni di vita mutano: si aprono le porte, si abbattono i muri fisici e gerarchici e cresce una straordinaria esperienza di democrazia e di partecipazione. Si lavora per la valorizzazione delle diversità, la critica radicale di ogni forma istituita di esclusione sociale e dei metodi e delle culture della psichiatria dell’epoca. Il San Giovanni di Trieste fu il primo manicomio al mondo ad essere chiuso per motivi politici: perché coloro che lo gestivano lo consideravano un campo di concentramento.
  • «Giorno dopo giorno, anno dopo anno, passo dopo passo disperatamente trovavamo la maniera di portare chi stava dentro FUORI e chi stava fuori DENTRO». (F. Basaglia, Conferenze Brasiliane, 18.06.1979)
  • L’esperienza trova risonanza straordinaria tra intellettuali, uomini di cultura, forze politiche e sindacali, movimenti sociali, artisti. Gli spazi dell’Ospedale Psichiatrico di Trieste furono trasformati in uno spazio sperimentale, che ospitava arte e progetti teatrali, mostre, spettacoli, conferenze, concerti, numerosi dibattiti e incontri, congressi internazionali.

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