Mattatoio – La bell’epoca del massacro taciturno e distante
Regia di: Claudio Misculin
Accademia della Follia di Cremona
Un grande tritacarne campeggia sulla scena.
Semplice metafora, non ingenua, di una società/manicomio/mattatoio, che accomuna vittime e carnefici in un unico destino, chiudendoli nello stesso cerchio di valori distruttivi, fondati sull’ideologia della morte e dell’annientamento.
L’istituzione nella sua forma distruttiva, offre a ciascuno dei suoi componenti un ruolo ben definito, ma li coinvolge nella stessa finalità negativa, imposta e subita a gradi diversi.
Resta il fatto che tutti sono inseriti, imprigionati e macinati in quest’unico ingranaggio.
Una indistinta melma umana, carne triturata e triturante, agisce all’interno del mattatoio, incarnando al corpo voce testi di G. Majorino e altri matt-poeti di diversa provenienza.
Spettacolo in viaggio.
Parole elaborate in percorsi innovativi di libera creatività e di quotidiano lavoro teatrale, cucite a misura dei matt-attori, tempi e ritmi curvati sui soggetti, dove la sofferenza trova il linguaggio dei gesti e della musica per un primo movimento/mutamento.
Canto corale, analisi lucida, poetica, ironica, a volte agghiacciante di chi vive in sosta forzata, fuori dal parcheggio umano.
Ancora voci, a contraddire il silenzio della follia, ma anche quello della comunicazione.