Il progetto “Teatro e Diversità” nasce nel 1976 quando Misculin fonda il primo gruppo, aprendo il primo teatro di folli e insieme ad altri, partecipa alla costruzione di quella idea che poi diventerà la legge 180. È un progetto teatrale e culturale in cui si muovono e agiscono attori a «rischio», portatori di disagio psichico, fisico e sociale. Si opera ai confini: geografici, culturali, etnici, di generazione, di centralità e marginalità, di rischio personale, di gruppo, di età, di status.
Claudio Misculin, attore e regista, farà parte del grande sogno Basagliano che per lui si concretizzò con la fondazione dell’Accademia della Follia, nata in quel luogo che una volta era il manicomio di Trieste e ora non più.
L’Accademia della Follia, attraverso Claudio Misculin, ha elaborato un metodo di lavoro originale e rigoroso basato sulle tecniche del corpo voce, della memorizzazione dinamica e di elaborazione di testi. Ha promosso e realizzato diversi progetti di Cooperazione Internazionale in Colombia, Brasile, Argentina, Germania, Francia e Spagna.
COSA DIFFERENZIA LA NOSTRA REALTÀ DAL TEATRO TERAPIA
Il nostro concetto di “Teatro e Diversità” non è incentrato sulle pratiche di teatro terapia attualmente utilizzate in Italia.
Noi facciamo teatro perché vogliamo fare teatro. Non troviamo nel teatro la terapia, ma nel lavoro collettivo che viene fatto nel gruppo. Il teatro come mezzo artistico è già terapeutico di per sé, noi permettiamo che questo possa essere un’esperienza professionalizzante.
“Se il disagio sociale è denuncia di una vita impossibile, il teatro è un progetto anticorpo, diventa allusione ad una vita altra, dove altri sono i rapporti fra gli uomini. Allora l’accademia della follia non propone soltanto l’incontro con un maestro, un’artista, il suo metodo, il laboratorio, lo spettacolo.
È la concreta possibilità di inserimento e ricerca in una rete di nuove pratiche sociali, culturali e teatrali. Qui il teatro diventa terreno comune per agire la diversità e la sua trasformazione.
Tecnica + Follia = Arte. L’arte ha in sé una magia, oppure non è arte.
Il folle può diventare un talento artistico, se si creano opportunità di esplorare e di mettere in scena altre maschere oltre a quella unica di malato.”
COME VIENE INCENTRATO IL LAVORO?
L’approccio metodologico adottato è la Formazione sul campo, in cui vengono utilizzati direttamente i contesti e le competenze dei soggetti. Il training individualizzato e di gruppo garantisce il coinvolgimento dei partecipanti in tutte le fasi della creazione e della realizzazione del prodotto artistico.