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Teste perse – un corpo alla follia

Teste perse – un corpo alla follia

Il gioco teatrale: Livio Struja

Recita, canta, balla e salta nel suo spettacolo, poiché gli strumenti scelti per giocarselo sono appunto:

Prosa diretta: dal Misculin

Canzoni arrangiate, suonate, cantate dal vivo da: Roby Sbriso e Claudio Misculin

Coreografie coordinate da: Sarah Taylor

In scena: 12 attori e 2 tecnici

La Compagnia: Livio Struja

E’ il nostro capocomico. Uomo di polso e di esperienza, istruisce e riordina, porta pazienza e spiega, mostra e di-mostra, et il mostro? Dove ce lo siamo perso l’incapace?

Come abbiamo speso questo patrimonio del 100% d’incapacità?, visto che Livio Struja è senz’alcun dubbio il migliore capocomico che abbia guidato l’Accademia negli ultimi 10 anni. In questa pièce dirige una sporca dozzina di matt-attori come lui.

Planimetria narrativa: Livio Struja

E’ l’oggetto indagato, sviluppato e rappresentato in/da questo spettacolo: cioè lo spettacolo racconta la storia di Livio; non in maniera totalmente aderente ai fatti, ma ispirandosene abbastanza libera.mente. per esempio: Livio non ha mai centrato gli occhi della madre con un paio di forbici, accecandola (come racconta la 2° scena della spettacolo); però è entrato veramente in manicomio a 12 anni, per motivi di indigenza e non mentali, ed il primo trattamento terapeutico a cui è stato sottoposto è stato l’elettroshok: per esempio!!!

L’urlo: Livio Struja

Non accusa il dott. …, o gli altri luminari della Trieste scientifica, di allora, di averlo curato con l’elettroshok a 12 anni. Livio non accusa questi lumini spenti, proprio perché uomini troppo piccoli che si son resi disponibili ingranaggi di un’infamità ben più grande di loro che si chiama psichiatria. Contro questa infamità Claudio Misculin si erge ad avversario risoluto ed usa lo spettacolo di Struja Livio per mostrare come la psichiatria non sia medicina ma ordine poliziesco in camice bianco.

Livio Struja è però anche il volano per indagare la legge 180 e ripercorrere i passaggi fondamentali di un iter burocratico-sanitario che ha “liberato” una zona della medicina (quella della salute mentale) non riuscendo però a valicare i confini tecnici della psichiatria, fallendo cioè la sua propria funzione principale che era quella di interessare ad un processo di crescita e presa di coscienza tutto il corpo sociale (che invece dal movimento contro psichiatrico ha ricevuto solo una “poca” contaminazione).