Tournée IN BRASILE 2010
Periodo
21 novembre – 15 dicembre 2010
Locations
- Rio de Janeiro – Stato di Rio de Janeiro
- Belo Horizonte – Stato di Minas Gerais
- Salvador de Bahia – Stato di Bahia
- Fortaleza (Quixadà) – Stato di Céara
In ogni città verrà rappresentato lo spettacolo “Stravaganza” e si prevede una permanenza di circa 4 giorni per città, (a parte Fortaleza dove si soggiornerà 7 giorni per 2 repliche).
In ognuna di queste, l’Accademia della Follia ha stabilito contatti e relazioni con i principali operatori nel campo dell’assistenza e supporto alle istanze dei pazienti con disagio psichico: Dipartimenti di Salute Mentale brasiliani, CAPS (Centros de Atenção Psicossocial), Dipartimenti universitari, associazioni culturali e di salute mentale che operano nel campo dell’arte terapia.
Partecipanti (organizzazione)
Cinzia Quintiliani, Carmen Palumbo, Claudia Belchior, Fabrizio Lazzaretti (operatore e regista video), aiuto regia video, Ginevra Magnanini, ufficio stampa, operatore psichiatrico.
Partecipanti (compagnia)
Claudio Misculin, Dario Kuzma, Donatella di Gilio, Gabriele Palmano, Giuseppe Feminiano, Giuseppe Denti, Deborah Pettirosso, Iris Caffelli, Giulia Misculin.
Comunicazione
- Stampa n. 10.000 folder bilingue (italiano/portoghese)
- Stampa n. 1.200 locandine bilingue
- Produzione di film-documentario
Il video documentario sarà realizzato dal regista Fabrizio Lazzaretti. Già regista di film-documentari realizzati con l’Accademia della Follia: Crucifige (Report – rai 3), Matintour (Mestieri di vivere – rai 3).
Il prossimo verrà realizzato durante la Tournée in Brasile con l’appoggio di Milena Gabanelli – “Report” di RAI 3.
- Diffusione dell’evento sulle principali testate giornalistiche nazionali (La Repubblica, La Nazione, Il Resto del Carlino).
- Interesse da parte di Massimo Cirri, per una diretta nell’ambito del programma radiofonico di RAI RADIO 2 “CATERPILLAR”, di cui è conduttore ed ideatore.
Santarcangelo di R. 30.08.2010
Associazione culturale “Accademia della Follia”
“Extravagancia”
Il progetto proposto diventa “ponte culturale” in grado di collegare due realtà, quella italiana e quella brasiliana, sia attraverso l’esperienza teatrale intesa come momento di crescita e formazione dei matt-attori, sia come momento di scambio tra operatori del settore impegnati nell’affermazione dell’idea basagliana di psichiatria democratica.
Il suo simbolo è Marco Cavallo, il Cavallo Azzurro, che oggi non può rientrare in gioco per godere di una tranquilla pensione, perché ha altre sfide che lo chiamano.
La sofferenza psichica contemporanea, la tristezza della nostra epoca ha bisogno del suo coraggio e della sua immaginazione. Marco Cavallo non fa solo parte della nostra storia, Marco Cavallo è una storia e una sfida contemporanea.
“Stravaganza” di Dacia Maraini
Il matto può diventare un talento artistico, se si creano le opportunità di esplorare e di mettere in scena altre maschere oltre a quella unica e sovradeterminata di malato.
Nel 2009 la scrittrice italiana affida alla compagnia triestina il compito di mettere in scena il testo. Da tale collaborazione trae origine lo spettacolo teatrale “Stravaganza”, co-prodotto con il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia per la regia di Claudio Misculin.
Ma “Stravaganza” non è un testo come tutti gli altri e l’Accademia della Follia è una compagnia fuori dal comune.
Dopo il successo di critica e di pubblico, i matt-attori, guidati dal regista/attore Claudio Misculin, con stravaganza hanno rivolto il proprio sguardo al Brasile, paese legato alle vicende storiche che hanno consentito in Italia l’affermazione della legge 180, che nel 1978 rese possibile la chiusura dei manicomi. Nello stesso anno, lo psichiatra Franco Basaglia, padre fondatore della rivoluzionaria legge, incontrava presso l’Instituto Brasileiro de Psicanálise Grupos e Instituições (IBRAPSI): psichiatri, professionisti del settore e personaggi internazionali, intenzionati a riflettere sul cambiamento che l’introduzione di una norma antimanicomiale avrebbe provocato nella società brasiliana.
Da lì a poco, le “Conferenze brasiliane” di Basaglia avrebbero intensificato la forza della rivoluzione basagliana oltre oceano. Si creavano così le opportunità per discutere dell’applicazione della legge nel contesto brasiliano, sviluppando rapporti tra le istituzioni dei due paesi e aprendo la strada a strategie di cura alternativa del disagio psichico. A più di 30 anni di distanza, ancora oggi un interesse comune lega i due paesi coinvolti nel progetto: la ricerca e la definizione di nuove strade terapeutiche capaci di creare una comunità di soggetti (operatori, pazienti, individui), dotati di strumenti efficaci per il superamento del pregiudizio stigmatizzante dell’altro inteso come “diverso”.
MARCO CAVALLO OGGI
Trenta anni fa un cavallo eroico – paragonabile solo a quello di Don Chisciotte, il fido Ronzinante – è sceso in strada con il suo esercito, pacifico ma pieno di vita e desideroso di libertà.
Marco Cavallo, a capo del suo esercito, attraverso Franco Basaglia, ha vestito i panni di Don Chisciotte, intraprendendone le folli missioni, tipicamente cavalleresche. I mulini a vento, questa volta, erano i semplici muri degli ospedali psichiatrici, delle vere prigioni che nascondevano le menti alienate dalla realtà, che rinchiudevano tutti quelli che non si sono mai piegati alle norme.
Tutti poeti ribelli privi di una ribellione teorizzata e di un programma chiaro, che attraverso le loro vite e le loro sofferenze si sono posti delle domande circa le norme della disciplina sociale e della sofferenza. Ma questi erano termini assolutamente vietati, che nessuno poteva menzionare e a cui non era nemmeno possibile pensare. I muri orribili che circondavano le persone erano in realtà quelli presenti nelle loro menti, limiti di termini assolutamente vietati, quali ad esempio: libertà.
Nella sua impresa, Marco Cavallo, bisogna dirlo, è riuscito meglio di Ronzinante e di Don Chisciotte. I suoi muri sono caduti e quelli che non l’hanno ancora fatto, si sono comunque trasformati: oggi quell’indegna situazione è cessata, ma la vita non è certo quella delle fiabe, dei racconti d’infanzia che finivano con la tipica frase: “e vissero felici e contenti”.
Nella vita reale, sono ormai passati 30 anni dal gesto eroico di Marco Cavallo, oggi l’Accademia della Follia continua a perpetuare il suo ricordo, come menestrelli che creano e mantengono viva la storia. Ma il compito di Marco Cavallo non è ancora terminato. Anzi, bisogna che egli riprenda al più presto a parlare con le persone, trasformandole da spettatori in attori, per renderli nuovamente umani e restituire loro la capacità di azione in tutta la sua pienezza. La nuova sofferenza psichica dei contemporanei, infatti, è enorme, l’impossibilità in cui ci troviamo ad agire nel mondo e per il mondo si manifesta nella tristezza della nostra epoca. Risvegliare Marco Cavallo significa ricreare l’inizio di una storia, legare la Trieste del 1980 al mondo culturale del 2010, prendendo in considerazione la sofferenza psichica contemporanea.
Bisogna creare dei legami capaci di resistere alla distruzione sociale.
Marco Cavallo e i suoi amici devono andare avanti attorniati e supportati da quelli che come noi pensano che il bio-potere e la bio-politica siano le nuove forme frattali di potere. Bisogna svegliare Marco Cavallo per agire nei confronti della sfida epocale, nello stesso modo sfruttato dal cavallo eroico 30 anni fa.
Il nostro gruppo è composto quindi da membri dell’Accademia, dagli amici, da Miguel Benasayag e da suoi amici e da tutti coloro che vogliono lanciarsi in questa nuova avventura. La sofferenza e la tristezza attuali ci chiamano e noi dobbiamo capire, resistere, con la legittimità di Trieste e dell’Accademia della Follia.
Perché, come ha detto Augusto Boal, “può darsi che il teatro non sia rivoluzionario in sé, ma è senza dubbio una prova della rivoluzione!”
Feedback tournée Extravagancia 2010
L’esperienza appena trascorsa ci ha mostrato che, nonostante il Brasile continui a lavorare ai processi di trasformazione in ambito psichiatrico e per la tutela della salute mentale, l’Accademia della Follia è vista come un esempio assolutamente innovativo e unico nel panorama artistico contemporaneo.
Durante la nostra permanenza in Brasile e al ritorno in Italia, infatti, abbiamo ricevuto richieste da parte di varie istituzioni, comprese quelle universitarie, desiderose di conoscere più da vicino il Metodo di Lavoro ideato da Claudio Misculin, regista e fondatore della compagnia. Le richieste sono pervenute anche dai teatri di prosa classici e dagli organizzatori di festival, interessati al prodotto artistico.
Tra le richieste più frequenti anche la realizzazione di laboratori teatrali diretti da Claudio Misculin e realizzati in loco.
Riassumendo, il progetto appena realizzato ha dimostrato ciò che solo l’esperienza sul campo può mettere in luce: l’esigenza di un confronto “allargato” (tra istituzioni, artisti, persone comuni) che porti alla condivisione di riflessioni, domande, risposte sulla complessa questione dell’uso del teatro in psichiatria.
Infatti, in ogni località in cui è stato rappresentato lo spettacolo, l’Accademia è stata chiamata a partecipare ad incontri, seminari, conferenze con il pubblico, gruppi teatrali, studenti universitari.
relazione stampa Extravagância 2010
“Essere psicologo, psichiatra, terapeuta occupazionale, ecc. ed essere internato è la medesima cosa, perché quando ci univamo in assemblea per discutere, tutti cercavano di dare il loro contributo per un cambiamento. Noi capimmo che un folle era molto più terapeuta di uno psichiatra, e allora lo psicologo e lo psichiatra erano messi in discussione”